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“Che baraonda!”, verrebbe da esclamare davanti a certe situazioni. E questa esclamazione sembra descrivere alla perfezione l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Sinnai.
Tra punti all’ordine del giorno difficili da giustificare in termini di urgenza, discussioni interminabili su leggi e regolamenti e il “din don” assordante del nuovo sistema che scandisce il tempo degli interventi (con un volume davvero eccessivo), la seduta si è trasformata in una vera maratona di pazienza.
Ma, al di là della confusione e delle lungaggini, ogni intervento ha contribuito — nel bene e nel male — a restituire un’immagine, talvolta vivace e talvolta disordinata, del nostro piccolo mondo istituzionale.
Uno dei momenti più controversi è arrivato all’inizio della seduta: proprio il tema che aveva motivato la convocazione urgente — una discussione sulla forestazione, richiesta da sette consiglieri di opposizione e votata nella seduta precedente — non è stato inserito all’ordine del giorno.
La motivazione?
Secondo il Presidente del Consiglio, la richiesta era carente dal punto di vista formale: mancava una relazione di accompagnamento.
L’opposizione, invece, sosteneva che il testo inviato il 27 Marzo la contenesse. Come è vero! Del resto è precedentemente nella seduta del 24 Marzo che ben sette consiglieri (tutti di minoranza) si erano espressi con voto palese a favore dell’inserimento del punto e l’avevano giustificato prima della votazione. E’ tutto a verbale (vedi la videoregistrazione). Sarebbe dovuto bastare per far partire il conto dei venti giorni entro i quali la Legge contenuta nel Testo unico degli enti locali (TUEL) obbliga alla convocazione del Consiglio col punto all’ordine del giorno richiesto. Il voto contrario del 24 Marzo di 11 consiglieri (tutti di maggioranza) era stato inutile, perché per l’inserimento di un ordine del giorno sono sufficienti 1/5 dei consiglieri (art.38 del TUEL). Quindi tutti erano informati, le carte e le videoregistrazioni parlano chiaro. Un’altra relazione, semmai, sarebbe stata integrata in un secondo momento, a sostegno di una eventuale proposta di delibera o di mozione. L’una e l’altra hanno occupato le pagine di questo sito. La prima, come sapete è stata poi ritirata, lasciando il posto alla mozione, ma il punto fondamentale era che sull’ordine del giorno (il rimboschimento coi fondi del PNRR) si doveva discutere, che si proponesse o meno il voto di una mozione.
In effetti, basta leggere il contenuto della richiesta per capire che il tema c’era, la volontà politica pure, e i numeri anche: sette firme, pari a oltre un quinto dei consiglieri. Il tutto corredato da una motivazione dettagliata e dalla dichiarata intenzione di presentare una proposta. A norma di Legge la richiesta comandava l’inserimento del punto all’ordine del giorno. Punto!
L’esclusione del tema — al di là dei tecnicismi — potrebbe avere conseguenze pesanti: acuire il conflitto tra maggioranza e opposizione, minare uno strumento fondamentale della rappresentanza democratica (ossia la possibilità, per ogni consigliere, di portare in aula questioni di interesse pubblico) e alimentare la sfiducia nel funzionamento delle istituzioni.
Come se non bastasse, la commissione competente — la Prima Commissione di Controllo e Garanzia — non ha potuto riunirsi su questo tema a causa delle dimissioni dei commissari di maggioranza. Un fatto che ha ulteriormente compromesso il confronto e la possibilità di un chiarimento preventivo.
Nel frattempo, la Segretaria comunale, invitata a dare il suo parere, esprimendo rammarico per la gestione della vicenda, ha chiaramente affermato l'opportunità dell’inserimento di quel punto nell’ordine del giorno del Consiglio. Un’occasione che, evidentemente, non è stata colta.
Ecco allora che, accanto al “Che baraonda!” iniziale, sorge spontanea un’altra esclamazione: “Che occasione sprecata!”.
Perché la politica, in fondo, è anche capacità di ascolto e di confronto. E se nemmeno all’interno delle istituzioni si trova il coraggio di parlarsi — non per convenienza, ma per il bene comune — come possiamo chiedere ai cittadini di avere fiducia?
Il rispetto delle regole è importante. Ma senza la volontà di dialogare, nessuna regola può bastare a far funzionare una democrazia.
******** "La zuffa nella galleria"di Honoré Daumier. Questo disegno satirico, pubblicato nel 1864 su Le Charivari, raffigura una scena caotica e teatrale all'interno di un'aula parlamentare ottocentesca, con personaggi coinvolti in urla e gesti plateali. ******