Il 27 Gennaio è la giornata internazionale di commemorazione, il Giorno della Memoria, perché in quel giorno del 1945 le truppe dell' Armata Rossa scoprirono il campo di concentramento di Auschwitz e liberarono i superstiti. La scoperta del campo e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
Shoah in ebraico significa «tempesta devastante» (dalla Bibbia, per es. Isaia 47, 11). Con questo termine si indica lo sterminio del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale.
È bene ricordare che nel novembre del 2005, con Risoluzione 60/7, rifiutando qualsiasi negazione dell’Olocausto come evento storico, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite condannò “senza riserve” tutte le manifestazioni (su base etnica o religiosa) di intolleranza, incitamento, molestia o violenza contro persone o comunità. I punti essenziali del testo risiedono nel suo duplice approccio che consiste sia nel ricordo di coloro che furono massacrati ma anche nel proposito di educare le generazioni future affinché questi orrori non vengano ripetuti.
Nel testo si legge che:
“l’Olocausto, che provocò la morte di un terzo del Popolo ebraico, assieme a un numero incalcolabile di persone appartenenti ad altre minoranze, sia per sempre un monito per tutti dei pericoli derivanti dall’odio, dal fanatismo, dal razzismo e dai pregiudizi”.
Ed è bene anche ricordare che già alcuni anni prima della Risoluzione delle Nazioni Unite, l’Italia aveva formalmente istituito la giornata commemorativa, il 27 gennaio, per ricordare le vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali fasciste e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere non solo i perseguitati ebrei, ma anche i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista.
Gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.».
Ma quanto peso hanno le parole contenute nella Risoluzione 60/7 e quelle riportate nella legge italiana del 20 luglio 2000 n.211?
Secondo Amnesty Inernational, riguardo al conflitto tra Israele e Palestina, non c’è dubbio alcuno che le tattiche implementate da Israele violino le leggi internazionali, e che ci sia di fatto in corso un genocidio dei Palestinesi. “ La relazione di Amnesty International dimostra che Israele ha portato avanti atti proibiti nella Convenzione contro il Genocidio, con l’intento specifico di distruggere i Palestinesi a Gaza. (…) Con il susseguirsi dei mesi, Israele ha trattato i Palestinesi a Gaza come un gruppo di subumani, non meritevoli di diritti umani e di alcuna dignità, con l’intento preciso di distruggerli fisicamente,” ha ribadito Agnès Callamard, il Segretario Generale di Amnesty International.
Non sappiamo ancora i dati effettivi di questo conflitto ed è ora in corso una tregua per il rilascio di ostaggi / prigionieri che dovrebbe avvenire in tre fasi distinte. Non sappiamo quanto durerà questa tregua, visto il discorso di Netanyahu il 15 gennaio: “Se riprenderemo a lottare, lotteremo in modi nuovi e più efficaci”.
Dobbiamo però prendere atto del fallimento della comunità internazionale che non solo per più di un anno ha ritardato a richiedere ad Israele il cessate il fuoco, ma ha anche continuato ad armare Israele, nonostante le innumerevoli prove sul fatto che Israele stesse usando quelle armi contro la popolazione indifesa di Gaza, contro gli ospedali, e contro chi portava aiuti alla popolazione.
Nel frattempo, il nuovo Presidente degli Stati Uniti aspira all’annessione di Groenlandia e Panama, ha gia dato inizio alle deportazioni di massa indiscriminate e annuncia una serie di leggi contro tutto ciò che non gli garba; sia in Europa che nel resto del mondo, governi stilano leggi che di fatto limitano le nostre libertà; e continuano le guerre in posti a noi più o meno vicini.
Ora più che mai, in questo momento storico, abbiamo il dovere di riflettere sugli orrori del passato; ma dobbiamo farlo con uno sguardo attento sullo stato attuale della società in cui viviamo, affinché l’odio, il fanatismo, il razzismo e i pregiudizi non prendano il sopravvento.
Il mio augurio è che il 27 gennaio 2025 non sia solo un momento di commemorazione e riflessione per il ricordo delle vittime della Shoah, piuttosto sia anche un’opportunità di riflessione sul significato della Risoluzione delle Nazioni Unite 60/7 e della legge italiana del 20 luglio 2000 n. 211, per riprendere coscienza di ciò che è avvenuto in passato e che sta avvenendo ora perché non avvenga più in futuro, ma per davvero!
Daniela Pau