Venghino, venghino  a  scuola di .... (inco) scienza politica.
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Venghino, venghino a scuola di .... (inco) scienza politica.

Può essere interessante esaminare una nota pervenuta al mio indirizzo.  Il testo di questa nota (fare click qui per leggerla)  è stato inviato da tre consiglieri comunali , Paolo Usai, Sara Uda e Marco Floris, che fanno parte della Commissione di Controllo e Garanzia, di cui chi scrive  sarebbe – a sentir loro- evidentemente   indegno presidente. La commissione è composta da cinque componenti, i tre citati, provenienti dalla maggioranza, più  il sottoscritto e il consigliere Roberto Loi, della minoranza consiliare.

Bene, come leggerete, tutto il testo della nota contiene le indicazioni necessarie a istruire, chiarire e qualificare il consigliere Lobina, destinatario (insieme ad altri) della corrispondenza. Una vera e propria lezione di scienza politica depositata. 

La nota però  potrebbe essere priva di interesse per i concittadini  che fossero alla ricerca di una opinione più avvertita sulle modalità, sullo stile relazionale e anche politico che il gruppo di Sinnai Libera, attraverso il suo rappresentante consiliare,  dovrebbe fare o dire.

Il cittadino elettore che si limitasse a quel messaggio rischierebbe di essere indotto ad un giudizio di sottovalutazione del pensiero politico  degli estensori - autori dell’alato testo. Bobbio docet, vero?    

Fermarsi a riflettere sulle parole indirizzate al sottoscritto consente di capire come ci vorrebbero: bastonati elettoralmente,  dovremmo accontentarci di limitare le nostre azioni, prendendo ad esempio quello della mansueta opposizione di sua Maestà nel parlamento subalpino torinese del regno di Sardegna.

Il nostro giudizio sulla gestione della cosa pubblica a Sinnai è,   e resta,  bonario (ma non in sempiterno).  E’ fatto di studio e approfondimento e dunque   politicamente non può tradursi in un atteggiamento assimilabile a malapena a quello del mugugno dei marinai imbarcati nei legni della repubblica di Genova o alla famigerata condanna a morte per impiccagione di Bertoldo, tuttavia incaricato di scegliersi il ramo e l’albero a cui essere appeso.

Tutti sanno come finì: Bertoldo morì nel suo letto, perché non trovò in tutta la sua vita l’albero a cui farsi impiccare. I nostri tre amici sono furbi come Bertoldo?  Non ci pare!

L’intento del consigliere, e presidente della commissione, era quello di mettere a disposizione di  tutti i membri della commissione   una ricostruzione (sua e del suo gruppo, dunque di parte)  delle procedure amministrative seguite dagli uffici.  Si voleva   comprendere come si  fosse arrivati a spendere tanti denari pubblici a fronte di   risultati  assolutamente cattivi.  Quella analisi avrebbe dovuto indurre, nei propositi del mittente,    altro studio, altro approfondimento, altra riflessione.  Si era affidato il documento alla commissione perché iniziasse a vederselo, a studiarne le implicazioni. Per arrivare successivamente a discuterle in un   momento ancora da programmare,   assolutamente necessario .  Contro ogni previsione invece,  alla sorprendente levata di scudi della responsabile di settore –interessata anche lei in indirizzo -  si univano  ingiuriose e ridicole attestazioni di presa di distanza da me, reo  di aver sottoscritto l’analisi,  abusando del titolo di presidente della commissione.  E per soprammercato il Consiglio comunale tutto assisteva ad una dichiarazione di inaudita volontà di astensione, poi attuata, annunciata e attuata.

Il testo proveniente dai tre consiglieri colpisce per il deficit democratico (strano modo di intendere il ruolo di un presidente eletto di commissione) e per il  singolare deficit  di  ispirazione “espansiva” della partecipazione democratica, che ci saremmo attesi  soprattutto da una signora  innamorata (e non a torto) di Norberto Bobbio. Certi vizi formali denunciati mostrano evidentemente distorsioni cognitive, che cercheremo di correggere  insieme  attraverso una discussione serena e onesta.

Ad ogni consigliere comunale e più ancora al presidente di una commissione di controllo e garanzia spetta di controllare e garantire. Non di fuggire con offensive, surrettizie ragioni da svendere.

La decisione di non partecipare ai lavori della Commissione  è preoccupante. Confido in un ripensamento e mi aspetto le scuse, non per me, che ho spalle larghe, ma per il Presidente della Commissione di Controllo e Garanzia.

Aldo Lobina, presidente della Commissione di Controllo e Garanzia

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