Quando si costruisce un carcere lo si circonda di mura, quando si costruisce una caserma anche!
Quando si fa un rimboschimento, che costa centinaia di migliaia di euro (circa 900mila) non si lasciano varchi aperti nella recinzione.
Abbiamo visitato nove mesi fa il rimboschimenti di Cirronis Bellavista, segnalammo allora che la recinzione non era adeguata, perché c’erano varchi e in certi tratti era addirittura da ripristinare (recinzione a terra parallela al terreno).
Segnalammo nove mesi fa che le essenze arboree erano secche, che la fallanza dell’impianto era paurosa.
Producemmo un filmato per testimoniare quanto avevamo rilevato. Le segnalazioni arrivarono in comune con documenti ufficiali e in Consiglio comunale con dichiarazioni del capogruppo di Sinnai Libera.
Oggi 16 Febbraio 2025 siamo tornati nel rimboschi mento di Cirronis Bellavista. Nulla è cambiato, se non in peggio: le piantine morte non sono resuscitate, i varchi sono ancora aperti.
Ci è venuta spontanea una domanda - lasciamo per ora le altre che riguardano la scelta del sito, la assistenza irrigua, la sostituzione della macchia mediterranea “ruspata” per creare lo spazio di impianto, il curioso affidamento dell’appalto a ditte di restauro, ma titolate per operazioni sul verde, i costi parametrati ai risultati etc..
Ecco la DOMANDA: Come è stato possibile che durante il sopralluogo di collaudo il funzionario non abbia ritenuto di dovere intraprendere azioni di protezione della cosa pubblica?
Insomma se quei varchi erano aperti al momento del collaudo – e abbiamo testimonianze che lo siano sempre stati e che cioè la recinzione non fosse completa - come mai dopo le segnalazioni nostre legate ai risultati catastrofici degli impianti, che denunciavano anche interruzioni nella recinzione di perimetrazione , come mai non si è provveduto a chiuderli per salvare il salvabile?
E se invece quei varchi erano chiusi al momento del collaudo, come mai dopo le nostre segnalazioni non si è provveduto al ripristino, denunciando allora l’eventuale intervento distruttivo?
La nostra responsabilità amministrativa ci induce a non accettare che i soldi pubblici vengano sacrificati senza risultato. Torneremo naturalmente su questa vicenda, che ha creato incresciosi comportamenti, che rilevano aspetti patologici nei rapporti tra funzionari e rappresentanti eletti e tra gli stessi rappresentanti eletti. Ma ne riparliamo, vero?
Aldo Lobina